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San Zeno

La Basilica di San Zeno a Verona, dopo una lunga serie di vicende edilizie, venne ricostruita nel 1138, in stile romanico, di cui rappresenta senza dubbio uno dei capolavori in tutta Italia. Durante questa fase l'edificio di culto si arricchì di uno straordinario apparato scultoreo, dovuto a maestranze di altissimo profilo; tra gli artefici, si ricorda il nome di maestro Nicolò, allievo o seguace di Wiligelmo, che a Verona lavorò anche in Duomo, e lasciò importantissime opere a Ferrara, a Piacenza e in Val di Susa.
Un articolato programma, dettato con tutta probabilità da un erudito monaco dell'attiguo cenobio benedettino, e corredato da iscrizioni in versi tratte da poeti classici e carolingi, decora il portale e il protiro della basilica. Qui la firma di Nicolò ricorre sulla lunetta policroma con l'immagine di San Zeno benedicente (al centro), raffigurato in abiti episcopali e nell'atto di calpestare il demonio, fiancheggiato dai rappresentanti degli ordini dei pedites (a sinistra), i fanti armati, di estrazione popolare, e degli equites (a destra), i cavalieri della nobiltà e della classe mercantile: si tratta di un vero e proprio suggello iconico alle istituzioni del libero Comune veronese, che, nato da appena due anni, nel nome del santo protettore esprimeva in quella circostanza una prima, forte autoaffermazione. Alla base, una sequenza di piccoli archi esibisce momenti dei Miracoli di San Zeno: l'esorcismo della figlia di Gallieno, dalla cui bocca esce un diavolo, e il salvataggio di un carrettiere caduto nell'Adige.

Maestro Niccolò, San Zeno benedicente

Maestro Nicolò, San Zeno benedicente. Verona, Basilica di San Zeno Maggiore
(foto Giulio Bodon)

Lo stile è essenziale, il tratto energico e incisivo, così come si riscontra negli altri rilievi di Nicolò, quelli a soggetto profano sugli architravi del protiro, con le vivaci 'vignette' allegoriche dei dodici mesi, simboleggiati da svariate occupazioni e attività umane nel ciclo dell'anno, e quelli dei pannelli alla destra del portale, di contenuto religioso.
Il percorso narrativo inizia dal basso, con una scena che si estende su due lastre affiancate, a rappresentare la leggenda medievale ‘moraleggiante' dello spietato re Teodorico trascinato agli inferi durante la caccia a un cervo prodigioso, opera alla quale si ispirò Giosue Carducci per il suo famoso componimento pubblicato nella raccolta delle Rime nuove. La lettura delle immagini prosegue risalendo di registro in registro, e da sinistra verso destra, con scene dell'Antico Testamento, in particolare della Genesi, dalla Creazione alla Cacciata dal Paradiso terrestre. Entro gli archetti che coronano i pannelli sono visibili le figure di un centauro e di un cane musicanti.
I rilievi di sinistra, firmati da maestro Guglielmo, un collaboratore di Nicolò, illustrano invece storie del Nuovo Testamento, anticipate però, nella fascia inferiore, da un tema allegorico affine a quello della simmetrica leggenda teodoriciana, con due combattimenti, un duello di cavalieri e uno di fanti, a richiamare il dovere di espiare le colpe dell'ira e dell'odio, prima di accedere al luogo di culto. Dal secondo registro verso l'alto, sempre da sinistra a destra, si succedono episodi evangelici, dall'Annuciazione alla Crocifissione.
Gli artisti, riprendendo ed elaborando motivi e schemi tradizionali, e soprattutto assimilando la fondamentale lezione di Wiligelmo al Duomo di Modena, ricercarono la sintesi e la stilizzazione delle forme in funzione della chiarezza espositiva e dell'efficacia narrativa delle scene, a comporre una magnifica Biblia pauperum, ovvero una versione per immagini delle Scritture, destinata a divulgare, anche presso le masse più misere e prive di qualsiasi istruzione, una sommaria conoscenza dei Testi Sacri.
Il racconto degli episodi tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento e dei miracoli di san Zeno si ripete, insieme a immagini di altri santi e a varie figure allegoriche, sulle formelle bronzee che rivestono il portale della basilica, altro complesso figurativo di rara forza espressiva, opera di più mani e di diversi ambienti artistici, il cui nucleo principale, con le scene bibliche, viene datato, pur non senza incertezze, entro il 1150, mentre il ciclo delle storie di san Zeno si ritiene concordemente riferibile a un artista influenzato dai modi di Benedetto Antelami, con particolare richiamo alla decorazione del Battistero di Parma, e databile quindi alla fine del XII secolo.

Basilica di San Zeno Maggiore
Piazza San Zeno, 2
37123 Verona

Orario invernale:
10.00 - 13.00 / 13.30 - 17.00 nei giorni feriali
12.30 - 17.00 nei giorni festivi

Orario estivo:
08.30 - 18.00 nei giorni feriali
12.30 - 18.00 nei giorni festivi

http://www.basilicasanzeno.it/